S C R I T T I A T L A N T I C I

27 settembre 2007

"LU RUSCIU DE LU MARE"

'Na sira ieu passai de le padule,
e 'ntisi le ranocchiule cantare
Comu cantane belle a una una
pariane lu rusciu de lu mare

Lu rusciu de lu mare e' mutu forte,
la fiija de lu re, se da alla morte
Iddha se da alla morte e ieu alla vita,
la fiija de lu re, sta se 'marita
Iddha sta ssè 'marita e ieu me 'nzuru,
la fiija de lu re, me da nu fiuru
Iddha me da nu fiuru e ieu na parma,
la fiija de lu re, scappa alla Spagna
Iddha scappa alla Spagna e ieu 'nTurchia,
la fiija de lu re, la 'zzita mia
E vola vola vola, palomba, vola,
e vola vola vola, palomba mia....
....ca' ieu lu core meu te l'aggiu ddare
E vola vola vola, palomba, vola,
e vola vola vola palomba mia....
....ca' iue lu core meu, te l' aggiu dare.

Ho inserito questo testo perché è molto di più di una canzone. E' un potentissimo impeto struggente e melodico. Bellissimo e tristissimo. Anche se credo che sia molto più recente, i giochi chiastici sono tipici della tradizione medievale, e i chiasmi continui formano una specie di canone, martellante e ripetitivo, che si insinua in ogni angolo del nostro esistere. Melodia forma e metrica le danno un tocco di attualità antichizzante che la rendono meravigliosa. Questo non è solo un brano della tradizione salentina, è di un popolo intero, quello mediterraneo. Cercatela dove potete, fatevi prestare o comprate un cd ma in qualsiasi modo facciate: ascoltatela!

Non la traduco perché il testo è piuttosto evidente, metto giù solo alcuni chiarimenti tratti da siti web che adesso, per qualche probelma, non riesco ad inserire come link.
Nota:
Padule=palude
rusciu=rumore, mormorìo.
sta se 'marita = si sta sposando
Iddha sta ssè 'marita e ieu me 'nzuru=
lei si sta sposando ed anche io
Zita: sposa

25 settembre 2007

Romeo e Giulietta

Parte I

Piovono nient’altro
che cartacce dal balcone.
Di pianti e di sospiri
non rimane che la traccia
delle Nikon digitali
e di tutti i loro flash che
schiariscono la sera.
Giulietta non ha voce
e il suo Romeo, che
per dirla fino in fondo
lei voleva fosse un altro,
lei sperava che soffrisse
di disturbo bipolare
dato il chiedergli costante
del perché lui fosse lui,
Romeo stavo dicendo
ride affranto, confuso
tra la gioia e un altro pianto
nell’hotel della cartiera.


Parte II

Giulietta che straparla e
che desidera cambiare,
che muta il suo veleno
in semantemi
che non voglio pronunciare,
che lo spinge ad abdicare,
marcire, rinunciare.
Romeo, che da Montecchi e Capuleti
riprende la sua lotta
dalla vita e dai suoi veti,
scavalca disperato tutti i ponti di Verona
e si ritrova senza tregua, come in prova,
a convincere Giulietta
che in fondo da un balcone,
distratti ed atterrati
dai sismi della vita,
è facile di getto dilungarsi
su sentenze senza senso
che di solito coincidono
al cliché d’identità.


Parte III

Giulietta degli spiriti, per
dirla con Fellini, che
scruta i suoi fantasmi,
rimesta il lavorio del
suo cervello alla ricerca
della pietra che trasformi
il pianto in gioia.


Parte IV

Le notti di Romeo sono sfiancanti,
la fuga per cercare un altro nome
non ha pace nelle pause della luce,
la corsa è di costanza
e non c’è tregua al suo cercare
che per lui a ben guardare
ed ascoltando le parole,
si trasforma in un fuggire senza meta.


Parte V

Giulietta si rovescia letto e dita,
da Paride, Mercuzio e Rosalina
non ascolta che il frammento di parola
che le basta per capire
il giusto senso delle cose
che nemmeno lei sai dire,
spiegare l’emozione è
un dono libero che muto
sopra il lago il suo Romeo,
cercando l’altro sé che non esiste,
e che non esita a desistere a cercare,
ha gia perduto.
Giulietta questa volta,
capito che per lei
di questo amore incompatibile
il senso più nascosto era se stessa per il mondo,
depone il suo veleno di facciata e beve vino,
si sbronza di quel poco che le serve
e all’aria della sera sul cavallo di Tebaldo,

Nasconde a Venezia il suo sogno di vita.

Romeo ci ha lasciato dei segni più vaghi.

Dal lago si perse ogni accenno.
Sappiamo soltanto che un ombra di vela
copriva il suo viaggio per mare,
convinto da solo a cercare
Giulietta in Giappone.

22 settembre 2007

ANCORA VIVENDO

Rifarò tutte le strade fatte insieme,
tornerò nei nostri bar, nei ristoranti,
guarderò gli stessi film,
leggerò gli stessi libri;
la notte, tentando il disegno
di un varco nel buio,
sfoglierò le vecchie idee con i progetti
cancellando le memorie che le coprono
e riandando, se ci riesco, a vita nuova.

Per il sesso
ogni condotta
si frantuma
dentro il vuoto
che a parole
non è dato misurare:
rivivere l’azione
non aiuta a eliminare la memoria,
l’evento in questo caso
non ha surroghe
per farsi sostituire.
In fondo, lo sappiamo, è la riprova
Che il frangente
accalorato tra lenzuola,
sia fatto bene o male,

Lo devi scordare da te.

20 settembre 2007

Spider Pork

Spider Pork, Spider Pork
il soffitto tu mi spork,
tu mi balli sulla test
e mi macchi tutto il rest,
tu quaaaaaa
ti amo Spider Pork.



Cantata Homer Simpson in The Simpsons-The Movie, Fox Movies, Los Angeles, 2007.

19 settembre 2007

#@#@#@#@#@#@#@



Enigma Atomico
(I moti dell’inerzia)



Se guardi sempre meglio,
Metti a fuoco il minimale,
Il punto infinitesimo
nel suo particolare;
se osservi le parentesi
fermare il nostro tempo,
l’accendersi del laptop
che pausa i tuoi neuroni,
ti accorgi che nel buio
che circonda i positroni
l’elettrico mordente
che gira dentro denso
assume un peso, un senso
di atomico stridente
rivolgersi e sconvolgersi
di figgersi all’apostrofe
che senza rivelarsi
conduce in senso fisico
al mutarsi e alla catastrofe.

Da ferma la materia,
compatta, morta,inerte,
ripulsa, corre è viva
e il tipico apparente
sospendersi degli atti
in fondo ha già mimetico
il suo moto di rivalsa,
la vita infinitesima
del punto minimale
che sfugge sempre sola
dal suo quark particolare.

12 settembre 2007

Undici settembre duemilasette
Enigma archimedico

C’è vento.
Del sole c’è l’usuale traccia obliqua di settembre
Che confonde.
Qualcuno annuncia pioggia e sui giornali
Ci raccontano di Bush e di Bin Laden,
delle torri e gli attentati di New York.
Chissà dov’eravamo quell’undici settembre,
ma chiederlo dà un vuoto di carenza di risposta,

per questo so per certo che qualcosa adesso muta.

Si cercano respiri rinvenenti,
si piange per tentare di spezzare
la catena di reazioni sintomatiche
alla sindrome cinese emozionale
che ti scava e ti consuma.
Si vive in mezzo al traffico, per strada,
si cerca di risolversi nel tempo
l’enigma che ti spinge a sprofondare
nei nullismi.
E allora muovi massa e ti dimeni
Con la fede che stavolta abbia ragione
Chi vaneggia che spostando il proprio peso si riemerga,
che scuotendosi magari
e percuotendo sempre a ritmo
il nostro tempo, ci si possa
ritrovare a respirare
cancellandosi le apnee sopravvenute.

11 settembre 2007

Per Non Cancellarsi

E’ un passo perentorio nel futuro
Cercare di parlare per redimersi
Ed estinguere quel poco di non detto che residua.

Nel tempo che ci fugge
non è saggio agglomerarsi nei mutismi,
non si mettono distanze emozionali
richiudendosi nel nulla dell’assenza.

Sprofondare nella via delle memorie
E non riuscire a ritrovare una presenza,
diventa prevedibile vicenda
se nel farsi nuovi tempi
non si aggiungono presenti di distanza,
non si mettono momenti di esistenza
condivisa e successiva
concepiti nuclearmente in modo nuovo.

10 settembre 2007

A una lei dai capelli neri
Dedica postuma autoesegetica

Non avrei voluto farlo.
Come ho detto in quello che leggi più in basso, la mia prima fase creativa aveva connotazioni precise, sensazioni definite. Certo, non tutto quanto scritto mi ha sempre soddisfatto ma, come ho detto, prefiguravo. Di mattina appena sveglio, o di notte mentre tentavo di dormire, mi si presentava alla mente un desiderio e poi una sensazione e da lì nasceva una poesia. A volte poi a rileggerla la buttavo, a volte la modificavo, a volte la tenevo.

"Cosa non avresti voluto fare?" Mi chiederai tu, si proprio tu! Cosa non avrei mai voluto fare?
Dedicarti questa poesia.

Dedicarti queasta poesia scritta per una semplice sensazione senza destinatario ed ora riconducibile a un te sentito molti anni fa.
Ti ricordi? La definisti "sentita" nel Gran Caffè dell'Ateneo a fine giugno del 2003, ti piacque. Non immaginavo fosse stata scritta per te quano nemmeno sapevo di conoscerti.

Ed ora te la dedico, sperando che questa sensazione di assenza muoia insieme a lei.

I capelli neri, sei tu. Forse avrei dovuto scrivere ricci ma sei così come ti vedevo nei miei giorni ancora prima d'incontrarci.



A UNA LEI DAI CAPELLI NERI


Comunque me ne resto
qui a guardare
che passi sotto casa
laggiù in strada
cantando e andando via
davanti al mio balcone
credendo che ogni notte
sto a sognarti
mentre adesso a dire il vero
non succede quasi più.
Ma c'è che poi mi sveglio
e solo allora mi riappari
tra il caffè e l'indepressivo
lasciandomi ingombrato
tutto il giorno
fino a quando il sonno
poi ti porta via.



Per te

P.S. fuori poesia: oggi però a volte anche nel sonno.

Un Collegamento al passato
Prefigurante già futuro

Rinvio per alcune letture e nuovi percorsi interni ad alcuni post di febbraio 2006, ai quli potrete acccedere dall'archivio.
Uno in particolare oggi è molto pertinente. Non lo ripubblico, ma il collegamento del titolo vi guiderà ad una poesia scritta anni fa, pensata un mattino pensando a nessuno, all'epoca scrivevo per sensazioni che avevo dentro: l'assenza, la distanza, il silenzio. La totale mancanza.
Non sapevo di prefigurare.

Su un'alba tragica.


Metafora Sentimento-Alimentare
Toi comme Une Sainte

T'avrei voluta
chiusa in frigidaire
per essere
mangiata
ad ogni attacco
d'appetito
invece te ne stai
nella tua teca
trafitta da non so
quali pensieri
nel vetro spesso
più di quattro dita
da cui ti posso
solo e a malapena
contemplare.

09 settembre 2007

Centro Commerciale di sabato

Cammino tra i negozi
Compressi di gente
devota all’acquisto,
mendicando in essenza qualcuno
che ascolti l’angoscia.

Nuovi versi ospitati
Un'antologia - Parte II

Per l'introduzione vedi:

"Un'antologia parte I"

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
____________________

da "The Waste Land"


II.

A GAME OF CHESS

..........................................

"My nerves are bad to-night. Yes, bad. Stay with me.
Speak to me. Why do you never speak. Speak.
What are you thinking of? What thinking? What?
I never know what you are thinking. Think."

I think we are in rats' alley
Where the dead men lost their bones.

"What is that noise?"
The wind under the door.
"What is that noise now? What is the wind doing?"
Nothing again nothing.

"Do
You know nothing? Do you see nothing? Do you remember
nothing?"

I remember
Those are pearls that were his eyes.

"Are you alive or not? Is there nothing in your head?"
But

O O O O that Shakespeherian Rag-
It's so elegant
so intelligent
"What shall I do now? What shall I do?
I shall rush out as I am, and walk the street
With my hair down, so. What shall we do tomorrow?
What shall we ever do?"
"The hot water at ten.
And if it rains, a closed car at four.
And we shall play a game of chess,
Pressing lidless eyes and waiting for a knock upon the door.
.............................




Traduzione

II.
UNA PARTITA A SCACCHI

...............................


"Ho i nervi scossi stanotte. Si, scossi. Sta' con me.
Parlami. Perché non parli mai? Parla.
A che cosa stai pensando? Pensando cosa? Cosa?
Io non so mai che cosa pensi. Pensa."

Io penso che stiamo nel vicolo dei topi
Dove i morti hanno perso le loro ossa.

"Cos'è questo rumore?"
Il vento sotto la porta
"Cos'è questo rumore ora? Che fa il vento?"
Niente, ancora niente.

"Non sai nulla? Non vedi nulla? Non ricordi nulla?"

Io ricordo
quelle sono perle che erano i tuoi occhi.

"Sei vivo, o no? Non c'è nulla nella tua testa?"
Ma
O O O O quel Rag Shakespe-eriano-
E' così elegante
Così intelligente
"Cosa devo fare ora? Cosa devo fare?
Mi precipiterò fuori così come sono, e andrò per strada
con i capelli giù, così. Cosa faremo domani?
Cosa faremo mai?"
L'acqua calda alle dieci.
E, se piove, una vettura chiusa alle quattro.
e giocheremo una partita a scacchi.
Comprimendo occhi senza palpebre e aspettando un rintocco alla porta.

.....................................


Thomas Stearns Eliot ,The Waste Land,
ed. cit. Rizzoli, Milano 1985. Traduzione Alessandro
Serpieri.

08 settembre 2007

Nuovi versi ospitati
Un'antologia - Parte I

Questa antologia, creata mentalmente più di dieci anni fa, racconta la crescita di un ideale, di un bisogno, di una tendenza costante.
In quel periodo cercavo di trovare la poesia, cercavo di conoscerne il mondo andando a caccia di poeti vecchi e nuovi. Setacciavo i loro libri alla ricerca di loro stessi, di quanto della loro vita fosse nei loro versi. Il tempo poi ha sedimentato poesie e versi raccolti isolatamente, ha trasformato quelle visioni da esteriori a interiori e oggi tutti questi poeti, tutti quelli che saltuariamente seguiranno ed ognuno a suo modo, raccontano me.

___________________________




Her Praise


She is foremost of those that I would hear praised.
I have gone about the house, gone up and down
As man does who has published a new book,
Or young girl dressed out in her new gown,
And though I have turned the talk by hook or crook
Until her praise should be uppermost theme,
A woman spoke of some new tale she had read,
A man confusedly in a half dream
As though some other name ran in his head.
She is foremost of those that I would hear praised.
I will talk no more of books or the long war
But walk by the dry thorn until I have found
Some beggar sheltering from the wind, and there
Manage the talk until her name come round.
If there be rags enough he will know her name
and be well pleased remembering it, for in the old days,
Though she had youg man's praise abd old men's blame,
Among the poor both old and young gave her praise


Le lodi di lei


Lei è al primo posto fra chi vorrei sentir lodare.
Ho fatto il giro della casa, mi sono mosso avanti e indietro
Come fa chi ha pubblicato un nuovo libro,
O una giovane donna nel suo abito nuovo,
E benché abbia rivoltato il discorso in tutti i modi
perché le lodi di lei fossero il tema principale,
Una donna mi parlò d'un racconto appena letto,
Un uomo reagì confusamente quasi in sogno
Come se in testa gli frullasse un altro nome.
Lei è al primo posto fra chi vorrei sentir lodare.
Non parlerò più di libri o della lunga guerra;
Camminerò frai secchi biancospini fin quando avrò trovato
Un mendicante che si ripara dal vento, e lì
Avvierò il discorso finchè il suo nome salti fuori.
Se avrà abbastanza stracci conoscerà il suo nome
E gli farà piacere ricordarlo, perché in giorni passati
Ella ebbe lodi dai giovani e biasimo dai vecchi,
Ma tra i poveri, tutti, giovani e vecchi, la lodavano.

__________________________________


da " On Woman"
..........................
A man may find in no man
A friendship of her kind
...........
da "Sulla donna"
........................
L'uomo non può trovare in nessun uomo
un'amicizia pari alla sua
...............................



__________________________________



A deep-sworn vow

Others because you did not keep
thaht deep-sworn vow have been friends of mine;
Yet always when I look death in the face,
when i clamber to the heights of sleep,
Or when I grow excited with wine,
Suddenly I met you face.


Un solenne giuramento

Altri, poichè non hai meantenuto
il tuo solenne giuramento, sono stati i miei amici;
eppure ognivolta che guardo in faccia la morte,
o salgo fino alle vette del sonno,
o quando sono più eccitato dal vino,
di colpo incontro il tuo viso.


_______________________________


da "Broken Dreams"

.............................
The last stroke of midnight dies.
All day in the one chair
From dream to dream and rhyme to rhyme I have ranged
in rambling talk an image of air:
Vague memories, nothing but memories.


da "Sogni interrotti"

.........................
L'ultimo colpo della mezzanote si spegne.
Tutto il giorno seduto in questa sedia,
di sogno in sogno e di rima in rima ho spaziato
parlando a vanvera con un'immagine d'aria:
Vaghi ricordi, nient'altro che ricordi.


___________________________________



William Butler Yeats I cigni Selvatici a Coole, ed cit. Rizzoli, Milano 1989. Traduzione Ariodante Marianni

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

04 settembre 2007

Temporary Farewell 9th

How Can I Do That? Show me the way! Is This The End Beautiful Friend?
Take A Sad Song And Make It Better!Once Upon A Time We Dressed So Fine!

Goodbye My Friend, Goodbye



Cambia il vento ma noi no!

:::::link______CRYYY BABYYY_______link:::

Dolore di cose

Si estende comunque il dolore,
sentendo parlare le cose
che intorno continuano
a urlare memoria.
E ancora più vasto diventa,
di vile e magmatica essenza si espande,
sapendo doverle guardare,
sapendo poterle zittire
soltanto, in silenzio,
restando a sentire.

02 settembre 2007

Temporary Farewell 8th

How Can I do that?
Show me the way!

Goodbye My Friend Goodbye!

Cambia il vento ma noi no!

Ma spesso ci si muta insieme al vento!

Relatività Generale Emotiva
(Lasciato, non è morto)

I
Anche senza voglia
La distanza si dilata
Coprendosi sformata
Aridamente di memoria.

Eppure il tempo stesso è relativo
e usando masse informi di energia,
lo spazio si contrae vivendoci veloce.

II
Energici corriamo da oggi in poi,
lo spazio dilatato che divide
anche l’essenza chimicale,
si annulla e poi scompare
se prossimi alla soglia della luce
costanti si è costretti a continuare
e massa , spazio e tempo,
mutando di natura accelerando,
si scoprono d’impatto poi diversi
nel fermarsi.

III
E dunque adesso correre ci tocca,
veloci rimarcare le distanze,
e anch’ io che da lasciato resto fermo
brucio tappe emozionali
e mi riaccelero costante,
cercando brevemente
di raggiungerti e raggiungere
la soglia di modifica
di massa, spazio e tempo
che spero converrai
permetterà di ritrovarsi
nel momento che da fermi
riusciremo a restituirci
un nuovo senso
di reciproca esistenza.

:::::::::::::::::::::::::::::::

01 settembre 2007

Temporary Farewell 7th

Goodbye
My
Friend
Goodbye!

Cambia il vento ma noi no!

Buon Viaggio
Lettera aperta e impoetica ma che spero leggerai

Buon viaggio amica.

Lo so che ci reincontreremo, che ci ritroveremo in qualche modo in qualche altro bivio della nostra vita. Ci ritroveremo paralleli, ma vicini.
Dovrei fare come se tu non ci fossi per reagire, mi chiedi. Non ci riesco: io reagisco e ci sei; ma stai cambiando forma, diventi di consistenza diversa, assumi l'etereità del labile.

Ti sembra strano: ho sempre cercato di darti forza, pari alla forza che riuscivi a darmi e che ancora in qualche modo mi dai. E sento così bene ancora quella forza che me ne dai anche per trovare il famoso nuovo posto nella mia vita dove tu possa stare in pace e diversa per non perderci. Insomma, siamo così forti che ce ne diamo anche per lasciarci. E non è un'esercizio di parole.
Sta a me? Vero!
Sta anche a te però volerlo e non dimenticarlo.
Te lo ripeterò fino al giorno dell'ultimo mio respiro cosciente: saranno stati quattro anni buttati i nostri se nel nostro futuro non saremo stati capaci di non perderci. Non ci univa solo la fisicità e adesso questa indifferenza sopraggiunta non può dividerci.
Ci hanno tenuti insieme il dialogo, la fermezza, la capacità di soffrire e progettare insieme, sì certo l'amore inteso come attrazione fisica ma anche la freschezza della presenza. Assecondiamo il movimento del cambio di forma e riprendiamoci in qualche modo.

Non so dirti che pensavo quando ti vedevo sorridere nei nostri due incontri, certo avrei voluto sapere quello che pensavi tu: resta per me la bellezza di chiedermi questo, di guardarti sorridere, chiedermi perché e come niente darlo per un fatto scontato e per me senza peso.
Ma con il peso di una domanda non fatta.

Buon viaggio amica, buon ritorno alla vita comune e alle distanze siderali: vederti allontanare sull'asfalto disfatto dal caldo e dal vento fa l'effetto di un lento sfumare di una bella melodia ascoltata solo una volta .
Ma è inevitabile.
E ti ringrazio amica mia. Il tuo più grande regalo è quell'ultimo bacio amaro e crudele che resta per sempre a bruciare di bellezza la memoria.
La tua mano che mi chiama non illude.
Il tuo sorriso aperto è storica memoria, e non illude.
Il bacio rimane bloccato in un lieve stand-by che pensavo mi desse dolore a pensarlo ed invece è passato, leggero e splendente. Ma è passato, sereno.
Grazie per avermi detto che nella tua vita non sono stato un niente ma una vera entità e non potevi trovare parola migliore per dirlo che la parola non detta.
Certo rattrista ma come finale di primo tempo non c'è male. Gli eroi poi cambieranno pelle ma è tutto ancora da scrivere.

Buon viaggio amica, lo sai che mancherai eppure vincerò la battaglia, saprò tenerti viva senza l'impeto dell'ego e spero lo farai anche tu.

Buon viaggio amica. Buon viaggio di forza e di speranza, di vita concreta e di grande futuro.
Di giorni in costruzione ad occhi aperti e di ora passate a rialzarsi per riprendere a volare.

A presto, Buon Viaggio!