S C R I T T I A T L A N T I C I

11 luglio 2012

Punto


C’è talvolta qualche parola
che sfugge tra i denti, tradente,
che senza invenzione ricopre
l’aria intorno di niente costanti.
C’è talvolta un silenzio che, peggio,
diniega di vero ogni vuoto sperato.
C’è pure talvolta un silenzio senziente
maturo di senso, valente, compreso,
portante un assenso.
C’è sempre purtroppo il grafema,
il dilemma di un lemma,
che scritto, parlato, filtrato a ridetto da voci
non prende nemmeno il suo senso,
perché questa volta
comprendi il semantema
come intendilo ascoltare,
mi si passi libertà grammaticale,
oppure perché detto intende altro,
mi si  ripassi pure la suddetta libertà.

E pure un punto, qualche volta,
sempre inteso come chiusa, fine,
stop, declinazione,
diga immonda al divenire,
proprio lì quel punto scritto
apre il senso a quel che viene,
(senza fine, solo inizio)
 nuovo spazio al divenire al punto,
e un punto come ho detto,
un punto, è quello, quello lì,
e l’altro è questo [punto]. Come quello