Roma di Luglio - 1
Di notte mi
sciolgo nell’aria di Roma,
mi liquefo,
liquido, in pelle e sudore e penetro a terra,
mi esalo,
trasmigro.
Galleggio
fottuto nell’aria leggera da geyser,
vulcano, fall out post-atomico.
E niente si cambia.
Di notte
ogni volta io tremo con Roma
sperando al
mattino di almeno rinascere, vivo,
al cupo
tremare di traffico e folla.
E diventa
paradosso quindi adesso
morire di notte e sentirsi rinati
nei tubi di latta da sardine della metro,
cantina
acclimatata, sottoterra,
da dove la
città ci conserva,
ci stagiona,
ci comprime,
come file di
carnaggi da insaccare.
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