S C R I T T I A T L A N T I C I

16 luglio 2012

INSULSE PAROLE BANALI




Nelle metro e nel traffico denso di Roma.
Nell’assurda confettura di volumi inertizzanti,
nel silenzio senza senso che alle porte dell’alba
questo grumo di palazzi ti rovescia dritto addosso.
T’amo nell’attesa, nell’insulso non sapere che pensare,
nel parlare che corrobora l’agire, nel tornare,
nel pigiare sui pulsanti d’un telefono non smart
ma più stupido che altro nel  volerlo definire in qualità.

Ti amo camminando nel caldo,
sperando nel freddo,
nelle file per la spesa, nel guardarti le vetrine
nel cercare vagabondi in mezzo a libri
qualche cosa che risolva,
nel cercarti, nel metterti a parte di tutto
e in disparte dal niente.
Ti amo scrivendo, pensando, mirando ai miei soliti nulla irrisolti,
stappando una birra scialbita,
dormendo a piedi nudi sul divano.

Ti amo in silenzio talvolta,
preferendo sempre scrivere al parlare,
e pure se del dire è meglio il fare
dirlo, questa volta, è un esercizio senza dubbio non banale.
T’amo nel silenzio d’un caffè,
nel guardarsi dritto in faccia,
ti amo nell’andare polveroso per le strade della storia,
ti amo per un niente che non so più dimostrare,
che non serve dimostrare perché forse in fondo è vita.
T’amo sentendo cantare concerti,
nel giro concupito del basso più profondo;
t’amo nelle ore contrarie, nelle ore puntuali
che sembra nemmeno trascorrano.
Nel trapasso del giorno eventuale.
Nell’amore testuale.

T’amo basito, dimesso, distolto nel vento più insulso, pure lui,
disperso in cenere severa,
tagliato dentro tutti quanti i giorni che continuo a non sapere.
T’amo incupito.
Nel battere il tempo che passa,
aspettando Child In Time,
sentendomi andare, nel dovermi riaffermare.
T’amo nel capire se vivo, se mi sciolgo, se resisto.

Ti amo sapendo che pure una TIA mi dissolve,
che certo perderò correndo gli anni
pure il dono del parlare o del pensare.
T’amo amandoti, non sapendo se l’amarti
sia condito solamente di pensiero o carne pura solamente,
e lo so che mi ripeto ma l’avverbio serve il senso che qui, scisso,
non ha senso.

Ti amo macinato, deprivato, ricongiunto, contrariato.
T’amo correndo, scrivendo.
T’amo tacendo.

Pure adesso.