TEMPO E MODO
Brucia
stasera il girare dei mesi al Quadraro.
Gira sul
tetto bagnato di muffa e di pioggia,
cancella la
voce del bimbo vicino che chiama
la mamma, la
nonna il papà e gli chiede “Ndo’ stai?” da tre ore.
Resetta il
rumore dei Boeing della Ryan che vanno a Ciampino,
chissà chi
ritorna mi chiedo stavolta,
in genere
guardo stravolto e mi chiedo “chi va”,
mi chiedo
chi torna stavolta!
Mi brucia il
mio tempo sull’unghia,
mi scotta le
dita il contare costante
dei vuoti ipertesi
a distanza.
Mi brucia il
contare
E mi urge contarmi
il mio tempo stasera,
dispormi
incasellato per restarmene disperso,
quasi amorfo
nel contare che mi sfuma.
[per tentare
di rollare due parole
mi
traccheggio con l’aereo,
tremando col soffitto insieme a lui].
“Chi sarà?”,
mi sto chiedendo, “chi ritorna?”,
“Che sarò?” Questo, sono certo, per adesso non lo so.
ma lo so che
non ritorna, è questo il modo,
non ritorna
e resta fermo
per
lasciarsi blandamente sorpassare.
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