S C R I T T I A T L A N T I C I

25 settembre 2007

Romeo e Giulietta

Parte I

Piovono nient’altro
che cartacce dal balcone.
Di pianti e di sospiri
non rimane che la traccia
delle Nikon digitali
e di tutti i loro flash che
schiariscono la sera.
Giulietta non ha voce
e il suo Romeo, che
per dirla fino in fondo
lei voleva fosse un altro,
lei sperava che soffrisse
di disturbo bipolare
dato il chiedergli costante
del perché lui fosse lui,
Romeo stavo dicendo
ride affranto, confuso
tra la gioia e un altro pianto
nell’hotel della cartiera.


Parte II

Giulietta che straparla e
che desidera cambiare,
che muta il suo veleno
in semantemi
che non voglio pronunciare,
che lo spinge ad abdicare,
marcire, rinunciare.
Romeo, che da Montecchi e Capuleti
riprende la sua lotta
dalla vita e dai suoi veti,
scavalca disperato tutti i ponti di Verona
e si ritrova senza tregua, come in prova,
a convincere Giulietta
che in fondo da un balcone,
distratti ed atterrati
dai sismi della vita,
è facile di getto dilungarsi
su sentenze senza senso
che di solito coincidono
al cliché d’identità.


Parte III

Giulietta degli spiriti, per
dirla con Fellini, che
scruta i suoi fantasmi,
rimesta il lavorio del
suo cervello alla ricerca
della pietra che trasformi
il pianto in gioia.


Parte IV

Le notti di Romeo sono sfiancanti,
la fuga per cercare un altro nome
non ha pace nelle pause della luce,
la corsa è di costanza
e non c’è tregua al suo cercare
che per lui a ben guardare
ed ascoltando le parole,
si trasforma in un fuggire senza meta.


Parte V

Giulietta si rovescia letto e dita,
da Paride, Mercuzio e Rosalina
non ascolta che il frammento di parola
che le basta per capire
il giusto senso delle cose
che nemmeno lei sai dire,
spiegare l’emozione è
un dono libero che muto
sopra il lago il suo Romeo,
cercando l’altro sé che non esiste,
e che non esita a desistere a cercare,
ha gia perduto.
Giulietta questa volta,
capito che per lei
di questo amore incompatibile
il senso più nascosto era se stessa per il mondo,
depone il suo veleno di facciata e beve vino,
si sbronza di quel poco che le serve
e all’aria della sera sul cavallo di Tebaldo,

Nasconde a Venezia il suo sogno di vita.

Romeo ci ha lasciato dei segni più vaghi.

Dal lago si perse ogni accenno.
Sappiamo soltanto che un ombra di vela
copriva il suo viaggio per mare,
convinto da solo a cercare
Giulietta in Giappone.