S C R I T T I A T L A N T I C I

27 ottobre 2007

MSN
Mutate Sequenze Noumenali (oppure Nominali)
Semi-Sequenza in FA maggiore)

La traccia dei vivi è il pensiero mutante,
comunque il vibrare passivo dell’aria
che inoltra parole e dei lemmi varianti.

Eppure il vibrare, se aspetti e se guardi,
mutando del tempo(1) il suo tempo(2) nel tempo(3),
da labile atmosfera tumultuata dal respiro

diventa quel blip di finestra a comparsa
che dice che il contatto che ti scrive,
in fondo, sta parlando!


1:ritmo generale
2:ritmo suo particolare
3:giorni



Ripresa sulla stessa tonalità:


Eppure parlando si cambia.
Se insieme al parlare si cambia il parlato,
si cambia lo stesso il parlante
E i parlanti reciproci cambiano anch’essi.
Il registro vocale
e le note distanti d’ottava
Diventano mute

Talvolta pensate.

21 ottobre 2007

Max Gazzè ospite

Ognuno fa quello che gli pare
e mangia i frutti dell'esperienza
veste l'opera della sua manualità
imparando le cose soltanto quando bisogna

sommando il succo degli episodi
l'emotività naturale irrisolta
Per quella viscerale colpa
che sta nella pigrizia dei modi
noi tutti abbiamo di che bere
attingendo come un gregge
assetati di un unico bicchiere
le solite gocce

Esiste un'insana paura
di cercare altrove il bisogno
ed appellarsi al sogno
per una gioia che dura

Come se uno sbaglio fosse dolore
e rischiare soltanto l'errore
si prendesse tutta la posta
lasciandoci niente in tasca
tutto quell'amore disperso
non era previsto

Esiste un'insana paura
di cercare altrove il bisogno
ed appellarsi al sogno
per una gioia che dura

20 ottobre 2007

PATCHWORK SHORT POEM

Stanotte parlerò al silenzio,
all'eterno del tempo,
in questo assurdo tempio
senza il Dio.

18 ottobre 2007

Ore vuote
archeologia poetica 1

Catturate nella loro
menzogna d'assenzio
le ore mai raccolte
nascono sepolte
da millenni di silenzio.

più o meno 1997

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17 ottobre 2007

Ridere!
aforisma inutile, cancellabile e forse temporaneo

Chi ride per ciò che senti non è tuo amico.
Chi ride per ciò che scrivi non è tuo amico.
La verità non dà diritto ad un maico di ridere, al più d'arrabbiarsi!

08 ottobre 2007

ALCUNE RIME BANALI
(e una verità)

La gente soffre sola.
Cammina ad occhi bassi
coprendosi d'ipotesi,
si affonda nella metro
sedendosi e guardandosi
distratta, intorno intorno,
coprendosi del libro
sperando di sparire.
Si spinge silenziosa
negli angoli del web
cercandosi qualcuno per
soffrire un poco meno,
oppure forse solo
per dividere in frazioni
infinitesime
l’assenza sistematica
dei lievi alleggerenti naturali.

La gente soffre sola e non ne sfugge,
da sola si ritrova,
da sola si riperde di continuo
e si ricerca non trovando certe volte.
Da sola cerca pace
da sola piange, aspetta e,
vi prego concedetemi la rima ottocentesca
scontata eppure vera,
da sola piange, aspetta e
tace.
Ci copre purtroppo il silenzio,
La nera matrice dei nostri dolori
Che crescono proprio
Nel vuoto del nostro star soli!

05 ottobre 2007

VARCHI
O Varco....

Sperando in un varco
Che s’apra da solo,
Stasera si torna a parlare di vita
.

03 ottobre 2007

EVERYWHERE LIVING
Almost a Mail


Gli anni ti hanno messa dovunque.

Non dirlo non insistere,
lo so che non mi ascolti,
ma dire le parole non è un fatto di voce,
parlando si comunica
ma leggersi è lo stesso,
diventa come il labile
sentirsi sotto pelle.
Se leggi,
se capisci,
se persa in ogni luogo
che ti sembri familiare,
ascolti un’eco vaga di emozione,
qualcosa come Proust
con la madelaine
per dirla breve,
significa che il viversi non si è mai consumato.

Per questo trovarti poggiata
nelle pieghe di una mappa,
nel nome di un paese,
nel titolo di un libro
o di un giornale,
nel numero che somma la distanza
di chilometri da mia a casa tua,
mi sembra come un alito energetico
che scuote e fa tremare.

Non è che sia normale trovarti in ogni luogo,
sfumando degradando dici tu,
perdendo piano piano
tutto il senso che già c’era ed ora muore,
può darsi non lo so,
ma il tempo che ci ha erosi
ti ha sparsa in ogni luogo
per questo adesso credo
che di me da qualche parte,
esista un’onda anomala nascosta
che muove verso te
nel tuo pensare.

Diventa dunque inutile fuggire,
l’esplodere rapsodico del muoversi continuo
non toglie, non rimuove,
cancella solamente blandamente
in superficie.

Il target, l’obiettivo, d’accordo si vabbè
lo so che l’italiano ce l’ha il corrispettivo,
ma il target, l’obiettivo,
non è nel depennarsi
ma il chiedere alle cose
che nascondono
noi stessi
cos’è che sanno dirci
sul dov’è che siamo persi.

02 ottobre 2007

AMORFI DI VITA FUTURA

Arrivi sfumando parlando distratta
tra le sale quasi vuote dei cinema di sera,
tra le facce della gente sconosciuta
conosciuta ed inguardata
passeggiante a Megalò di mezza sera.

Il fatto è che stanotte ci vorrebbe un alter ego,
ed anche se non ego almeno un alter basterebbe
per togliere di mezzo in qualche modo

gli ictus di tempo passanti,
per pure distoglierne gli emboli amorfi
tentando di mettersi in nuovi percorsi.

Eppure so che sai che qui da soli
non c’è nemmeno il fiato
per restarsene a parlare;
che il tempo avviticchiato
ad un germoglio di futuro
adesso, in questo tempo,
nel volgere magrissimo
di un senso indifferente,
si rischia che diventi un tempo morto,
un’acqua di cottura evaporata
che non cuoce e però brucia,
se il seme da cui nasce,
vacuo vuoto di ragioni,
si riduce in poche essenze
fredde, inerti e irrilevanti.