EVERYWHERE LIVING
Almost a Mail
Gli anni ti hanno messa dovunque.
Non dirlo non insistere,
lo so che non mi ascolti,
ma dire le parole non è un fatto di voce,
parlando si comunica
ma leggersi è lo stesso,
diventa come il labile
sentirsi sotto pelle.
Se leggi,
se capisci,
se persa in ogni luogo
che ti sembri familiare,
ascolti un’eco vaga di emozione,
qualcosa come Proust
con la madelaine
per dirla breve,
significa che il viversi non si è mai consumato.
Per questo trovarti poggiata
nelle pieghe di una mappa,
nel nome di un paese,
nel titolo di un libro
o di un giornale,
nel numero che somma la distanza
di chilometri da mia a casa tua,
mi sembra come un alito energetico
che scuote e fa tremare.
Non è che sia normale trovarti in ogni luogo,
sfumando degradando dici tu,
perdendo piano piano
tutto il senso che già c’era ed ora muore,
può darsi non lo so,
ma il tempo che ci ha erosi
ti ha sparsa in ogni luogo
per questo adesso credo
che di me da qualche parte,
esista un’onda anomala nascosta
che muove verso te
nel tuo pensare.
Diventa dunque inutile fuggire,
l’esplodere rapsodico del muoversi continuo
non toglie, non rimuove,
cancella solamente blandamente
in superficie.
Il target, l’obiettivo, d’accordo si vabbè
lo so che l’italiano ce l’ha il corrispettivo,
ma il target, l’obiettivo,
non è nel depennarsi
ma il chiedere alle cose
che nascondono
noi stessi
cos’è che sanno dirci
sul dov’è che siamo persi.
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