S C R I T T I A T L A N T I C I

27 ottobre 2006

5. PULIZIE
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

Ho stinto e lucidato il pavimento,
Rimesso tutti i quadri al loro posto;
Nei libri la povere è sparita
E il bagno non è più quello di prima.
E sempre poi succede
Che nel minimo del giorno,
Mi fermo a contemplarti ed osservare
Che il bello delle cose che tu fai
Si muove nello spazio
Delizioso del tuo esistere;
E il solo tuo procedere e pulire
Riversa dentro i muri e le pareti
L’energico tuo vivere costante
Che solo fa tremare l’aria intorno
E il sabato però si fa stereotipo;
Ti chiude nel mutismo che rassegna,
Ci spinge a condividere
Spiragli di giornate
Che insieme noi vorremmo indefinite
Temerarie e avventurose,
Magari solamente non previste,
E invece gradualmente
Ci cancellano la vita
Che nascosta fa mistero ed attrazione;
E spingere uno straccio
In questo sabato mattina,
Passare un panno swiffer,
Diventa candeggiarsi
Giornalmente l’esistenza,
Disfarsi e trasformarsi
In consuetudini indistinte
Che ciechi ormai ci fanno
O trasparenti
E spingono a lottare e a non godere
Dei morbidi momenti più comuni
Che in genere significano vita.
Ma svegli poi sappiamo continuare,
Timidi cercare le parole
Che risvegliano l’esistere consueto;
E il tiepido soffrire di un minuto
Ridiventa l’ostinata
Ostentazione di dolore
Che in vivere precario
Ci tocca giornalmente
Guerreggiare e cancellare.


Agosto 2005-Ottobre 2006

2. POESIA DEI CONSUMI UTENZIALI INFINITI
(Sincope matematica)
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

Prima fascia
Ventiquattro
Settetrezerootto;
Seconda ventuno
Duedueunosette:
Il conto totale
A fasce di consumo
Progressive
Si ferma a
Quarantasei euro
O poco meno.
Ma se invece delle fasce progressive
Prendi quella d’agenzia
Che la dama vulgaris
T’impone,
La somma senza fasce
Con 50 metricubi e
E qualcos’altro
Fa settantadue
E settezerotre,
A uno e quarantacinque;
E sessantaquattro e sessantotto
A uno ventinove,
Nei due casi d’agenzia valutati.

E questa è poi la somma di
Una linea di tenuta
Sopraggiunta senza
Spinta nella Domus
Del quartiere San Frediano:
Venti luce,
Acqua ad uno e venti,
Chiude il gas che fa
sessantacinque.

E alla fine come sempre
Si rinchiude l’ironia del non sapere
Quanto lavoro in fondo ci costi
Lavarsi, mangiare
E, bucandosi il buio,
Guardarsi o guardare
Chi senti parlare,
O soffiando il respiro
Sognare e tacere.

4-6 maggio 2005

1. DOCCIA
da "Cose di Firenze- Ponte alle Mosse 31

Ti corrono sul viso
Paradisi intensi;
E sembra quasi evapori
Da sola,
Quasi liquida,
La piena di fili
Tranquilli
Che innocui trattengono
Intorno la pace.
E assidua ti piace
Distogliere e sciogliere
In polvere intorno i tuoi fili
Di pioggia sul viso
E liquida esistere
E in punta di nota,
Se riesci,
Tornare a cantare.

1° maggio 2005

23 ottobre 2006

3. NOTTI DI TRAFFICO
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

Il suono rimbalza dovunque per strada,
Sui muri scalfiti di pietra
Sui tetti nei letti
Sul verde e sul legno
Di vetro e persiana
In cui dietro sospetti,
E nemmeno si è certi,
Che un altro resista
A quel crollo del sonno,
Che “abituati presto che è meglio,
Ai rumori che senti intronare:
È solo la cosa da fare”.
Ma chiedo s’è più suburbano
Tritare la notte in rumori
E stridori di ruote rullanti,
O sperare la pace che sia
Poi il tuo senso del cielo profondo
Diffuso in essenza
Di pace la notte.

luglio 2005

19 ottobre 2006

12. ANIMENUVOLE
-Last Florence Night Blues-
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

Il cielo si muta
Più volte stanotte,
Buttandoci addosso
Scossoni di pioggia indecisa.
E tu che già dormi non guardi
L’andare e tornare
del cielo che in fondo
confonde nel senso
quest’ultima notte
e i disegni indistinti
che in circoli vari
di venti distanti,
magari sconvolti
e tradotti in rumori
di nuvole e pioggia,
mutandosi a volte,
ritornano sempre.

19-dicembre-2005

18 ottobre 2006

11. PIAZZA ADUA
da "Cose di Firenze"- Ponte alle mosse 31

Si chiude di notte nemica
E di pioggia totale,
Seguendoci appena sul ritmo
Del tempo mentale,
La sera respinta
Dai vetri rigati.
E la gente che scappa
Guardandosi intorno,
Ritorna anormale
Coprendosi a pena
Di sagome rosse;
E niente, se guardi,
Qui in piazza
Sa ormai più di vita
Se non nel fuggire.

20 ottobre/15 dicembre 2005

17 ottobre 2006

7. Via Della Scala
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

Non finisce il lungo
Slargo di parole mangiate
Tra l’ombra congiuntiva
Del consueto ritornare
E il lungo mureggiare
Tra i palazzi riscaldati
Dalla Sita e dalla Lazzi
Che non parte e non ritorna
Da Certaldo o Mercatale
Se ogni giorno tu la guardi
Dondolare nello stesso
usuale metro di Firenze
cementata di rumori.

17-agosto-2005

15 ottobre 2006

Senso de las golondrinas
esegèsi

Las oscuras golondrinas volveran
Como tu palabras in mina oìdos
A llamar
E mis oscuras palabras in tus oìdos
gritarén que yo siempre te he querido
como siempre quiero quererte.

14 ottobre 2006

TU II

sempre.
manchi.

10. UN DITO SUL VETRO
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

E alla fine
Si lasciano andare
I sospiri scostanti
Sospesi tra il
Dentro ed un fuori
Di nebbia insicura,
Sconnessa, o
Soffiati sbiadendo
Sul freddo del vetro
Annebbiato a sua volta
E sbiadito lasciando
Magari, a memoria,
Un essenza di segno
Che solo dimostri
Il possibile angusto passaggio
Esistente che guardi
Intonato lo spazio
E non sia contingente.

3-4 dicembre 2005
interno notte

[[tono = colore]]

9. LEGGENDO UN QUADRO DI MAGRITTE
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

La sfera metafisica sospesa
Come piombo verticale
Trattenuta dal colore,
Sembra vivere distratta
La minaccia prolungata
Di tornare
Nello stato originale.

28-11-2005

8. DAVID
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

Le poche domande
Plausibili ancora,
Rimangono poggiate
Sul bianco del marmo
Ghiacciato nel secco dell’aria;
E seppure gli cerchi risposte,
Nel buio degli occhi distanti,
La pietra angosciante
Risponde con domande.

6. PARTIRE
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

Ma denso di ritorni consueti
Diventa vischioso
Persino partire
Per me partente primitivo

17-agosto-2005

13 ottobre 2006

4. LA COSA IN SE STESSA CHE MANCA
da "Cose di Firenze"- Ponte alle Mosse 31

L’attesa costringe al ritiro;
E la stessa scrittura possibile
È il dire o l’andare comunque
Nel canto, sul ponte,
Nel viso d’incerti obiettivi.
O la notte è la notte
Che aspetti svegliando e aspettando
Confuso il minuto per essere
In sé la mia cosa che manca,
Comunque si viva; e lo spazio
Che ovunque si annulla, è lo spazio
Che scolma, che avanza
Che scioglie, che slega lo stesso
In se stessa la cosa che manca.

E lo spazio tra palpebra e occhio
È la cosa lo stesso,
È la nota che sveglia,
È la goccia continua che spoglia,
È la notte, è la voglia confusa
Di tempo sbloccato in attacco,
Di stacco allo scatto
In avanti continuo che
Vale lo stesso in se stesso.
E la cosa in se stessa
Che manca si esala lo stesso
In sudore notturno di sonno
E diventa nient’altro
Che il punto ondulante
In stand-by
Di non spento in se stesso,
Lo stesso di attesa
Che un’altra se stessa,
Una semplice soffice
Cosa in se stessa in essenza,
Ricolmi l’assenza e che
Accenda l’esiguo stand-by di presenza.

06-agosto-2005

11 ottobre 2006

POESIA OSPITATA
RIMA LIII
Volveran las oscuras golondrinas

Volverán las oscuras golondrinas
en tu balcón sus nidos a colgar,
y otra vez con el ala a sus cristales
jugando llamarán.

Pero aquellas que el vuelo refrenaban
tu hermosura y mi dicha a contemplar,
aquellas que aprendieron nuestros nombres...
¡esas... no volverán!.

Volverán las tupidas madreselvas
de tu jardín las tapias a escalar,
y otra vez a la tarde aún más hermosas
sus flores se abrirán.

Pero aquellas, cuajadas de rocío
cuyas gotas mirábamos temblar
y caer como lágrimas del día...
¡esas... no volverán!

Volverán del amor en tus oídos
las palabras ardientes a sonar;
tu corazón de su profundo sueño
tal vez despertará.

Pero mudo y absorto y de rodillas
como se adora a Dios ante su altar,
como yo te he querido...; desengáñate,
¡así... no te querrán!

Gustavo Adolfo Bécquer (1836-1870)

TRADUZIONE Torneranno le oscure rondinelle


Torneranno le brune rondinelle/al tuo balcone ad appendere i nidi/e ancora con le ali contro i vetri/giocando chiameranno.//
Ma quelle che il volo frenavano/la tua bellezza e la mia fortuna a contemplare,/quelle che i nostri nomi imparavano,/Quelle... non torneranno!//Ritorneranno folti i caprifogli/rampicanti sul muro del giardino,/e ancora più belli ogni sera/i fiori si apriranno.//
Ma quelli coi cristalli di rugiada/le cui gocce guardavamo tremare/e cadere come lacrime del giorno,/quelli... non torneranno!//
Ritorneranno le parole ardenti/dell'amore al tuo orecchio a risuonare,/e dal sonno profondo il tuo cuore/forse ridesteranno.//
Ma così muto e assorto e inginocchiato/come si adora un dio davanti all'altare ,/com'io t'ho amata, non illuderti//,così... non t'ameranno.



Per te.

10 ottobre 2006

BEAT PAIN
ovvero "TPF"
(Tragicommedia Possibile Futura)

Torneremo a guardare
Insistenti
La pioggia che affoga
Assolate e dimesse
Stagioni perdute;
Che tragica
Intinge di giorni
Ossidati o se vuoi
Intossicati
Le albe disciolte in
Mattini assonnati; che
Insipida spegne ed
Opprime i futuri
Cercati e li
Uccide vibrando da
Ossessa le salme.
Restano di
Essenza,
Per noi debilitati
Emotivi, dissecati e
Rapidi
Fili intessuti con
Ansie trovate
Remandoci dentro
Nell’intimo vuoto;
Evita cercata che in
Quantico tempo elettronico
Urlando decolla e si
Elèva svanendo.
La trama stavolta rinserra
La gente tra case
Opprimenti di spasmi
Cercati di vita di coppia ammuffita, gli
Hamburger di carne ghiacciata
E la secca calura dei centri commerciali dove so che
Verrai senza dubbio
Un mattino a pregarmi di
Ospitarti e trattenerti tra
I miei giorni.


Enigma verticale di duplicità

08 ottobre 2006

Musica emotiva (Mottetto in MI bemolle)

Immensa
diventa la distanza
che separa
il SI bemolle
da un LA diesis.

07 ottobre 2006

TU

manchi

06 ottobre 2006

Giorno difficile

Oggi è un giorno difficile;
e nemmeno so dire perché,
sempre assiepato tra i
pensieri più duri, adesso
mi sfugga se esista qualcosa
che smuova quest'aria
assassina e almeno un tassello
di vita o un anello
che schiuda e mi dica cos'è
che mi rende difficile
il giorno.

05 ottobre 2006

Nuova assenza

Adesso te ne vai
sciogliendoti i capelli
guardarti
è l'esserti vicino
e vederti allontanare
sperando di afferrarti
e sapendo che
comunque te ne andrai