S C R I T T I A T L A N T I C I

30 dicembre 2010

DUE ANNI
E tutto adesso è nuovo

E tutto adesso è nuovo,
tutto sempre so che sarà nuovo
nel sempre che voglio da te.

Mi muovo sospeso nel freddo
scoccando fusioni e scintille
ai neuroni al pensiero di averti,
che adesso ti ho.
E niente mi basta del resto, lo sai,
che tutto è il poterti guardare distesa
e sognare al mio fianco,
nel buio del freddo, la notte,
o nell’umido pieno dei nostri respiri.

Non penso, non valgo,
nel sole di sbieco di fine dicembre
che affranto, con pena, ci scalda
la terra su cui scivoliamo, quest’anno
(e la terra la intendo nel senso di fango ghiacciato,
di rocce schiacciate dal freddo e dal tempo
che tutto ci erode ai dintorni
e che niente, imperterriti,
consuma tra noi).
E non penso, non valgo,
che fuso con te.

Ti offro il mio tempo, il mio spazio,
i tutti relativi che vorrai contenere,
la vita o le vite che vivo,
il poco che so, il mio pensare;
mi basta che tu li abbia,
custode migliore di me, ne son certo,
matrice dell’ora eracliteo che so, con te qui,
sarà sempre.


E per quanto pur largo ti possa sembrare,
ti do gli spazi densi dentro me,
che pure sai per te
Resteranno, in muta attesa, sempre vuoti,
per lasciarteli occupare.

11 dicembre 2010

Prima settimana di novembre
(In chat)




Sembra di fondersi ancora da soli
nei nuovi soli obliqui di novembre
Che in fondo qualcosa ti dicono ancora,
che ancora se cerchi qualcosa ritrovi
nascosto tra penne, pendrive ed Hard Disk.
Qualcosa ritrovi, qualcosa.
Un clone, un’immagine, un file,
l’icona di testo che presto si estingue in riflesso
tra il taglio di vetro sporcato dal dito
e il ritorno deciso del desktop che chiude
il discorso battuto dagli indici e medi
sul keyboard.

Ed è’ solo confuso disegno di stasi,
l’esiguo scomparire in soliloquio
dietro i nuovi soli obliqui
della prima settimana di novembre.

09 dicembre 2010

A Ernst Mach
(corpi trascurabili)



La gente vive ansiosa
incerta sopra i limiti
di sforzo della vita,
lavora, beve birra,
respira fumi afosi,
dorme, stenta, trema,
si chiude dentro i letti,
compra amori,
rivive vite illuse e non ne scampa.

E inutile è invertire la dinamica,
due cose trascurabili,
due punti materiali interagenti,
si distanziano costanti
per opposte direzioni
e il rapporto distanziante non si muta.

Non si illudano i due corpi,
non illuderti vivente
che sommergi la parola
negli attriti del tuo vivere al consumo,
non è certo quel tuo “altro”
che nei giorni ti circonda,
che magari tu stanotte
cingi caldo nel tuo letto,
che ti sfugge
nel momento interagente.

L’elemento trascurabile
che fugge proprio quando interagisci
È il tuo te stesso, niente d’altro!

E di nuovo tutto questo non t’illuda,
si parlava di puntini materiali,
dimensioni trascurabili di corpi,
Sei te stesso, niente d’altro!