MI CERCO
Mi cerco in
quest’ora di ottobre
che in pixel
sgranati mi sfalda il mio giorno.
Mi cerco qua,
tra Quadraro e Porta Furba,
nei fossi,
nelle crepe della strada,
tra i muri
abbrutiti dei palazzi al Quadraretto,
nel rumore
di voci di strada,
nel guardare
le ambulanze tagliare i semafori
e fuggire
davanti rettilinee.
E mi parlo.
Nel basso
continuo di fondo di Via dei Quintili,
portandomi a
tempo il mio Tempo,
e se pure
qui mi parlo
in assorto monologo
a solo,
disilluso
non mi ascolto.
Resto chiuso
nella metro verso casa
con un
gomito nel fianco,
col parquet
da ripulire,
con la spesa
da rifare;
resto chiuso
con il grumo di parole
reingoiate
nei polmoni,
frantumato,
senza più
capirmi l’uso.