S C R I T T I A T L A N T I C I

28 marzo 2012

Stanotte

Ho dormito ad ante aperte questa notte;
per mera distrazione dettata dal sonno
ho lasciato che Roma mi entrasse nei rumori vissuti nel sogno.

Non so se una finestra mi basti per essere un diaframma
col groviglio di traffico notturno che qui a Porta furba,
se non per massa e peso t’ingolfa quanto meno per volume,
e non parlo di capienza.

Non so se un doppio vetro riesca pure ad isolarmi come sembra sempre serva;
non so se la tenda a veneziana, ad esempio, mi basti per chiudermi
e leggermi in a solo come so che mi necessita in costanza.

In sostanza non so niente, e cito, non invento,
ma da quando sono sveglio, stamattina, nel più di quel ch’è entrato, mi sembra che qualcosa sia fuggito
e pure non sapendo, continuando a non sapere,
sono certo che quel poco che non c’è, che nemmeno più mi sento,
e che adesso inonda Roma non so dove
regalandomi l’ampiezza di un cratere sottovuoto dentro il petto,
sia esalato, risucchiato, dalle ante che stanotte se ne son restate aperte.

12 marzo 2012

A Tempo

Troppo presto questa sera
sento il caldo della strada scomparire
dentro Piazza San Silvestro.
Troppo presto questo sera
sento tutto il tempo chiuso
nella metro a BARBERINI.
Troppo presto questa sera
sembra tutto troppo presto
correr dietro, in fretta, al presto
che negli angoli più stanchi
sembra ingoi in fretta
Roma.

Non c’è tregua manifesta, credo,
solo stare fermi, in piedi
dietro i pali del semaforo a Via Veneto stasera,
solo stare fermi, in piedi,

a guardare cullanti
il restare mellifluo dei piedi, fermi,
mordendosi il tempo fluttuante
vivendosi a tempo, stasera,
fermi, comunque,
sentendosi a tempo.