S C R I T T I A T L A N T I C I

31 dicembre 2011

Piazza Barberini

Dalla solita signora
seduta sulle scale della Metro a Barberini,
mi sono sentito augurare buon anno stamattina;
e non la solita frase di felice giornata stavolta.
Sarà che mi ha letto nel pensiero,
magari intendeva non l’anno bisesto
che sta per entrare,
perché sono certo intendesse
la fine del terzo degli anni trascorsi
a scambiarsi la vita.
E ti ho cercata, sentendomi pensarti.
T’ho cercata nella folla della gente che saliva per le scale,
guardandomi in dietro ai tornelli
sperando tu fossi lì, uscente.
Ma nemmeno visioni di neutrini ai raggi Rontgen
Mi hanno fatta trovarti lì in mezzo,
nemmeno il volere e la forte speranza
di averti e vederti.


Pare strano ma ti vorrei in ogni luogo,
presente con me, viva e battente la vita
come usualmente mi lasci riamarti.
Niente mi basta del tempo di vita!
E adesso tre anni mi sembrano pochi,
un assurdo nientino del tempo,
nemmeno il vago spazio di un respiro
nella vita di un uomo vivente, di norma.
Ed ora qui, adesso, riflesso nel muto dello schermo,
battendo i miei tasti, qui, adesso, mi trovo a esser certo
che il tre, in periodica estensione, sarà vita,
nient’altro che una vita tutta intera,
il minimo spazio per sapere di averti,
che poi pure magari, chissà se basterà.




Roma, 30 dicembre 2011