Mille lire al Mese
Altro Scherzo
Non è nostalgia,
nemmeno recessi
di passioni reazionarie,
nemmeno qualche forma di rifiuto
del presente monetario
che certo in qualche modo
comunque ci opprime.
Per questo chi si aspetti uno sberleffo dell’Euro,
vale a dire una sequela d’improperi
contro il cambio di valuta, certo, adesso qui lo dico,
casca male.
In questo luogo ameno,
comune quanto vuoi ma che resta sempre ameno,
e pure un poco amorfo se vogliamo,
è solo l’animus del testo
di Gilberto che vi voglio raccontare.
Marchionne,
Marcegaglia,
Tremonti e Berlusconi,
tra leggi, manovrine decreti e bidoni,
(la rima banale è voluta e cercata,
da mesi la penso schioccandomi i neuroni),
bidone che in lingua e metafora schietta
è il solo purissimo tirare a fregare,
quelli sopra vi dicevo, vorrebbero piombarci
nel senso più stretto
del gretto mille lire:
soltanto comprare
coprendo di valore, il solo consumare.
Lo so che mi direte ch’è già vecchio come assunto,
ma il vero non ha tempo,
e se do per dato il vero
mi permetto di citarlo
deprecando il consumismo ch’è pur sempre un fatto vero.
Mi si passi il divenire un po’ zoppo del verso
ma il segno, il nomignolo, la definizione,
di noi scaricati, in memoria, in un cesso
è stata una X dopo generazione,
Adesso chiarisco che quella lì sopra non era una Ics,
e nemmeno un segnale indicante un tesoro,
su noi da vent’anni ci han messo una croce,
“Passiamogli sopra, teniamoli fermi,
rendiamoli inerti al futuro veniente
teniamoli uniti a cemento al presente!”
(Del senso di grammatica della mia generazione, dirò altrove).
Qui vi basti che denudi la mira
del potere egemonico legato al denaro,
che sempre è oppressione di libere menti:
ridurci allo stremo, fermare i progetti,
rubare, erodendo, la vita di tutti
annodarci passivi al bruciante esistente,
tenerci al guinzaglio ai bisogni primari.
Per il resto solo inerti, di pietra, amorfizzati,
Eppure il desiderio “voglio lavorare per poter alfin trovar
tutta la tranquillità!” è questo davvero,
si fotta il potere, il traguardo più ambito,
magari un contratto, non certo a progetto,
che porti deciso
a fondarsi la vita.
Nient’altro, per ora!
nemmeno recessi
di passioni reazionarie,
nemmeno qualche forma di rifiuto
del presente monetario
che certo in qualche modo
comunque ci opprime.
Per questo chi si aspetti uno sberleffo dell’Euro,
vale a dire una sequela d’improperi
contro il cambio di valuta, certo, adesso qui lo dico,
casca male.
In questo luogo ameno,
comune quanto vuoi ma che resta sempre ameno,
e pure un poco amorfo se vogliamo,
è solo l’animus del testo
di Gilberto che vi voglio raccontare.
Marchionne,
Marcegaglia,
Tremonti e Berlusconi,
tra leggi, manovrine decreti e bidoni,
(la rima banale è voluta e cercata,
da mesi la penso schioccandomi i neuroni),
bidone che in lingua e metafora schietta
è il solo purissimo tirare a fregare,
quelli sopra vi dicevo, vorrebbero piombarci
nel senso più stretto
del gretto mille lire:
soltanto comprare
coprendo di valore, il solo consumare.
Lo so che mi direte ch’è già vecchio come assunto,
ma il vero non ha tempo,
e se do per dato il vero
mi permetto di citarlo
deprecando il consumismo ch’è pur sempre un fatto vero.
Mi si passi il divenire un po’ zoppo del verso
ma il segno, il nomignolo, la definizione,
di noi scaricati, in memoria, in un cesso
è stata una X dopo generazione,
Adesso chiarisco che quella lì sopra non era una Ics,
e nemmeno un segnale indicante un tesoro,
su noi da vent’anni ci han messo una croce,
“Passiamogli sopra, teniamoli fermi,
rendiamoli inerti al futuro veniente
teniamoli uniti a cemento al presente!”
(Del senso di grammatica della mia generazione, dirò altrove).
Qui vi basti che denudi la mira
del potere egemonico legato al denaro,
che sempre è oppressione di libere menti:
ridurci allo stremo, fermare i progetti,
rubare, erodendo, la vita di tutti
annodarci passivi al bruciante esistente,
tenerci al guinzaglio ai bisogni primari.
Per il resto solo inerti, di pietra, amorfizzati,
Eppure il desiderio “voglio lavorare per poter alfin trovar
tutta la tranquillità!” è questo davvero,
si fotta il potere, il traguardo più ambito,
magari un contratto, non certo a progetto,
che porti deciso
a fondarsi la vita.
Nient’altro, per ora!