S C R I T T I A T L A N T I C I

08 giugno 2008

PARLEREI DI TE PER ORE

Parlerei di te per ore;
e di ore poi spandendo
farei anni di parole
gettandomi di getto
tra milioni di sentori,
nei profumi,
in sesti sensi trascinati
nel rivivere mutato
dei tuoi tempi nuovi e vecchi,
nell’incidere del caso
che ci segna sulla pelle
le movenze
del coincidere e co-vivere
represso dentro i balzi
involontari e meditati
del non essere sentito[da To feel].

Per ore parlerei di te nel mondo,
migrando se potessi
sui deserti accalorati,
sciogliendo tutto l’essere che sei
ed inseguendo tutte quante le parole
che ricordo o da imparare nuovamente
per almeno delinearti
agli esistenti respiranti;
migrando dentro chiese, tra moschee.
in luoghi bui dove aspettare
che un ulivo o Cassiopea mi confermino l’essenza
continua degli anni del sempre ridire.

Di ore farei anni di parole,
chiuderei l’assorbire del tempo
che ci brucia la distanza infinitesima che muta,
qualche volta, ci divide.
Ma sempre parlerei di te per ore
mutandomi segreto dentro gli anni,
dicendo in ogni spigolo di spazio
dell’essenza sottile che sei,
del denso raggrumare
l’atmosfera al tuo cammino,
del crescere dell’erba
al solo tuo passare sulla vita
e poi dell’umana esistenza
che china d’istante la testa
sentendo parlare da solo per ore di te
nell’etere denso di onde
che semplice sempre si spegne
e si sgretola cupo tra crepe del senso vissuto
nel solo vibrante sentirti parlare.