4. GHIBELLINA 121
da "Cose di Firenze"- Ghibellina 121
E’ una storia già vecchia già prima di averla vissuta
O descritta e riscritta nei file che so perdere a caso
Nei cluster di cose e pensieri che riesco a buttare
Per strada insieme ai miei fatti e alle storie vissute
Che tornano sempre.
Saranno dei giorni patiti a ridirsi che tornano sempre,
Nei termini o cicli già fissi in destini bruciati o magari
Buttati, che so, dai balconi che spero sprofondino in me,
Tutti i giorni quei tempi e le ore fiaccate dal cuore
Che tornano sempre.
Saranno dei giorni passati a pensare nemmeno so dire
A che cosa, od a chi se volessi provarci, ed incerto
Diventa il momento vissuto, guardato o studiato nell’occhio
Buttato a guardare i momenti e le ansie che so perlomeno
Che tornano sempre.
E’ una storia che torna, lo so, da decenni e che dice di me
E racconta le cose in cui dentro marcisco; e di me che
So solo inseguire le cose e divento elettronico, elettrico:
L’escluso positivo dei poli positivi respinti, fuggiti e
Che tornano sempre
La storia è già vecchia, già carta più trita di polvere persa,
E lo so che se almeno potessi sarebbe diversa e direbbe di me per lo meno
E di te che se vuoi già potresti trovarmi seduto dovunque nei canti,
O agli incroci a vederti, guardarti e aspettarti dicendo che so che
Lo sai che ti voglio così come sei e nemmeno diversa,
Seppure tu sai sprofondare giornate che tornano sempre
Ma che almeno tu sola sai rendere vive.
Settembre 2003
O descritta e riscritta nei file che so perdere a caso
Nei cluster di cose e pensieri che riesco a buttare
Per strada insieme ai miei fatti e alle storie vissute
Che tornano sempre.
Saranno dei giorni patiti a ridirsi che tornano sempre,
Nei termini o cicli già fissi in destini bruciati o magari
Buttati, che so, dai balconi che spero sprofondino in me,
Tutti i giorni quei tempi e le ore fiaccate dal cuore
Che tornano sempre.
Saranno dei giorni passati a pensare nemmeno so dire
A che cosa, od a chi se volessi provarci, ed incerto
Diventa il momento vissuto, guardato o studiato nell’occhio
Buttato a guardare i momenti e le ansie che so perlomeno
Che tornano sempre.
E’ una storia che torna, lo so, da decenni e che dice di me
E racconta le cose in cui dentro marcisco; e di me che
So solo inseguire le cose e divento elettronico, elettrico:
L’escluso positivo dei poli positivi respinti, fuggiti e
Che tornano sempre
La storia è già vecchia, già carta più trita di polvere persa,
E lo so che se almeno potessi sarebbe diversa e direbbe di me per lo meno
E di te che se vuoi già potresti trovarmi seduto dovunque nei canti,
O agli incroci a vederti, guardarti e aspettarti dicendo che so che
Lo sai che ti voglio così come sei e nemmeno diversa,
Seppure tu sai sprofondare giornate che tornano sempre
Ma che almeno tu sola sai rendere vive.
Settembre 2003