S C R I T T I A T L A N T I C I

08 febbraio 2008

LA FOTO SUL MURO



La tua foto era sempre sul muro.
Moriva di polvere
Andando dal buio alla luce di lama
Che sembra talvolta trapassi
Indecente tra vetro e persiana.

Qui passo dal buio alla luce,
guidando e sparendo talvolta,
tra notti consuete e spossate.

La strada spesso è
vuota e senza luci,
del vento che mi dondola
nei tratti in cui ti penso
ascolto sempre il suono che mi buca
vita e tempo,
tranciandomi nei semi dell’angoscia
che inutile sminuzzo
sapendoti con altri.

E pesa la parola che non dici,
l’essenza del dividersi nell’ombra
di due niente che non sanno cosa dire.
Si affonda nel dirimersi i pensieri,
si resta imprigionati nell’assenza di respiro
aggrovigliati senza uscita alle matasse
di nullismi che ci dominano i giorni.

Piove. È giovedì. Sono in cancrena!
Ospite del niente
Da qualche giorno appena.
Chi cito spudorato, e il verso vero l’ho cambiato,
parlava di tutt’altro ed altri giorni, ma c’erano
davvero alle pareti coppie d’occhi che scrutavano,
leggeri movimenti tra l’andante ed il marcito.
Che cupi di nuovo ammuffiscono densi nei visi.

E piove, nel buio trafitto di quest’altro dove
in cui il tempo dilegua e non lascia ferite,
nel dove dal quale il guardare è un tessuto globale
di vividi niente in attesa,
sparisce dal muro ogni senso,
si addensa di niente l’esigua presenza
e persa in un punto mentale qualsiasi
nel buio, staccata, si esala.